Attuazione
della decisione quadro 2003/568/GAI del Consiglio, del 22 luglio 2003, relativa
alla lotta contro la corruzione nel settore privato (G.U. n. 75 del 30 marzo
2017)
Capo I - Disposizioni
generali
Art. 1. Oggetto
1.
Il presente decreto attua nell'ordinamento interno le disposizioni della
decisione quadro 2003/568/GAI del Consiglio, del 22 luglio 2003, relativa alla
lotta contro la corruzione nel settore privato.
Capo II - Modifiche alla
disciplina della corruzione tra privati
Art. 2. Modifiche alla
rubrica del titolo XI, del libro V, del codice civile
1.
La rubrica del titolo XI, del libro V, del codice civile, è sostituita dalla
seguente: «Disposizioni penali in materia di società, di consorzi e di
altri enti privati».
Art. 3. Modifiche
all'articolo 2635 del codice civile
1.
All'articolo
2635 del codice civile sono apportate le seguenti modificazioni:
a)
il primo comma è sostituito dal seguente: «Salvo che il fatto costituisca
più grave reato, gli amministratori, i direttori generali, i dirigenti preposti
alla redazione dei documenti contabili societari, i sindaci e i liquidatori, di
società o enti privati che, anche per interposta persona, sollecitano o
ricevono, per sé o per altri, denaro o altra utilità non dovuti, o ne accettano
la promessa, per compiere o per omettere un atto in violazione degli obblighi inerenti
al loro ufficio o degli obblighi di fedeltà, sono puniti con la reclusione da
uno a tre anni. Si applica la stessa pena se il fatto è commesso da chi
nell'ambito organizzativo della società o dell'ente privato esercita funzioni
direttive diverse da quelle proprie dei soggetti di cui al precedente periodo.»;
b)
il terzo comma è sostituito dal seguente: «Chi, anche per interposta
persona, offre, promette o da' denaro o altra utilità non dovuti alle persone
indicate nel primo e nel secondo comma, è punito con le pene ivi previste.»;
c)
al sesto comma le parole: «utilità date o promesse» sono sostituite
dalle seguenti: «utilità date, promesse o offerte».
Art. 4. Articolo 2635-bis
del codice civile
Dopo
l'articolo 2635 del codice civile è inserito il seguente:
«Art. 2635-bis (Istigazione alla corruzione tra privati). Chiunque offre o promette denaro o altra utilità non dovuti agli amministratori, ai direttori generali, ai dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, ai sindaci e ai liquidatori, di società o enti privati, nonché a chi svolge in essi un'attività lavorativa con l'esercizio di funzioni direttive, affinché compia od ometta un atto in violazione degli obblighi inerenti al proprio ufficio o degli obblighi di fedeltà, soggiace, qualora l'offerta o la promessa non sia accettata, alla pena stabilita nel primo comma dell'articolo 2635, ridotta di un terzo. La pena di cui al primo comma si applica agli amministratori, ai direttori generali, ai dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, ai sindaci e ai liquidatori, di società o enti privati, nonché a chi svolge in essi attività lavorativa con l'esercizio di funzioni direttive, che sollecitano per sé o per altri, anche per interposta persona, una promessa o dazione di denaro o di altra utilità, per compiere o per omettere un atto in violazione degli obblighi inerenti al loro ufficio o degli obblighi di fedeltà, qualora la sollecitazione non sia accettata. Si procede a querela della persona offesa.».
«Art. 2635-bis (Istigazione alla corruzione tra privati). Chiunque offre o promette denaro o altra utilità non dovuti agli amministratori, ai direttori generali, ai dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, ai sindaci e ai liquidatori, di società o enti privati, nonché a chi svolge in essi un'attività lavorativa con l'esercizio di funzioni direttive, affinché compia od ometta un atto in violazione degli obblighi inerenti al proprio ufficio o degli obblighi di fedeltà, soggiace, qualora l'offerta o la promessa non sia accettata, alla pena stabilita nel primo comma dell'articolo 2635, ridotta di un terzo. La pena di cui al primo comma si applica agli amministratori, ai direttori generali, ai dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, ai sindaci e ai liquidatori, di società o enti privati, nonché a chi svolge in essi attività lavorativa con l'esercizio di funzioni direttive, che sollecitano per sé o per altri, anche per interposta persona, una promessa o dazione di denaro o di altra utilità, per compiere o per omettere un atto in violazione degli obblighi inerenti al loro ufficio o degli obblighi di fedeltà, qualora la sollecitazione non sia accettata. Si procede a querela della persona offesa.».
Art. 5. Articolo 2635-ter
del codice civile
Dopo
l'articolo 2635-bis è inserito il seguente:
«Art.
2635-ter (Pene accessorie). La condanna per il reato di cui all'articolo 2635,
primo comma, importa in ogni caso l'interdizione temporanea dagli uffici
direttivi delle persone giuridiche e delle imprese di cui all'articolo 32-bis
del codice penale nei confronti di chi sia già stato condannato per il medesimo
reato o per quello di cui all'articolo 2635-bis, secondo comma.».
Art.
6. Modifiche al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231
1.
All'articolo
25-ter, comma 1, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, la lettera
s-bis) è sostituita dalla seguente: «s-bis) per il delitto di corruzione
tra privati, nei casi previsti dal terzo
comma dell'articolo 2635 del codice civile, la sanzione pecuniaria da
quattrocento a seicento quote e, nei casi di istigazione di cui al primo
comma dell'articolo 2635-bis del codice civile, la sanzione pecuniaria da
duecento a quattrocento quote. Si applicano altresì le sanzioni interdittive
previste dall'articolo
9, comma 2.».
Capo III - Disposizioni
finali
Art. 7. Disposizioni
finanziarie
1.
Dall'attuazione delle disposizioni di cui al presente decreto non devono
derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
2.
Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti previsti dal
presente decreto con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a
legislazione vigente.
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